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Storia

storia
Territorio antico e ricco di tradizioni, fu abitato fin dall'epoca nuragica, come testimonia la presenza dei nuraghi di "Is arenas", "Moru nieddu", "Figus", "Ghiotta", "Serbegi", delle domus de janas nell'altopiano di "Murru moi" e del villaggio nuragico di "Seruci", dove è possibile ammirare oltre cento capanne, un nuraghe monotorre, i resti di una fortezza cartaginese e due tombe di giganti.

Dell'epoca romana, oltre al reticolato urbano, rimangono anche numerose rovine nelle vicinanze della chiesetta di Nostra Signora di Flumentepido.

Durante il periodo medievale il paese, conosciuto con il nome di Conesa, fu ricompreso nel giudicato di Cagliari e incluso nella curatoria del Sigerro. Una volta caduto il giudicato, esso fu assegnato ai Della Gherardesca che vi impiantarono l'attività mineraria.
Dopo cruenti battaglie fra i Della Gherardesca e i pisani, il comune passò sotto l'amministrazione di Pisa e solamente con l'annessione alla corona aragonese ebbe un governo stabile e centralizzato che comunque venne meno con la cessazione delle attività minerarie in esso presenti a causa delle continue guerre.

Nei primi decenni del 1400 Conesa, totalmente spopolato e parzialmente distrutto, venne considerato pertinenza di Iglesias e concesso in feudo al visconte Gessa (1421) insieme ai territori di Fluminimaggiore, non senza ulteriori tensioni con Iglesias per il possesso del territorio.
Nel 1774, la famiglia Asquer, succeduta ai Gessa nella gestione del feudo, fondarono un nuovo paese chiamato Gonnesa che nel 1838 fu riscattato grazie alla Carta reale.
Abolite le province nel 1848, il paese fu inserito nella divisione amministrativa di Cagliari e dal 1859 nell'omonima provincia.

Nel corso del XIX secolo il territorio fu interessato dalla ripresa dell'attività mineraria che contribuì in modo notevole alla sua crescita demografica.

Nei primi anni del 1900 fu teatro di cruente lotte operaie e nel 1945 fu nuovamente comune autonomo conoscendo una intensa fase di emigrazione. Seguì una graduale conversione verso un'economia turistica.
Dal 1940 fu aggregato come frazione a Carbonia, ma, caduto il fascismo, riacquistò l'autonomia nel 1945.
Quando poi fu avviato il dibattito sulle nuove province, Gonnesa optò per quella di Carbonia-Iglesias.

Il toponimo del paese deriverebbe dal nome Connesium che significa "luogo posto fra colli". In effetti, la posizione del paese è tale da giustificare questa ipotesi.

Il centro storico di Gonnesa è caratterizzato dalla presenza di numerose chiese, fra le quali ricordiamo quella dedicata a Sant'Andrea apostolo, risalente al XIV secolo, demolita e ricostruita nel 1774. La chiesa è caratterizzata da una copertura a botte e da una sola navata.

Lungo la costa, in zona "Porto Paglia", sorgono inoltre due torri d'avvistamento originarie del XVI secolo, una chiamata "Torre di Porto Paglia" e l'altra conosciuta come "Torre di Fontanamare".

Tradizioni
Il paese conserva la sua memoria storica attraverso le antiche usanze, alcune di esse sono in particolare legate al Carnevale la cui gioia si esprimeva e ancora si esprime nelle feste da ballo di piazza, accompagnate dal suono delle "launeddas".

Ogni anno, inoltre, vengono rievocati i moti operai, chiamati appunto "moti gonnesini", e sfociati nel 1906 a seguito delle condizioni piuttosto disagiate dei lavoratori dei siti minerari. Il 20, il 21 e il 22 maggio 1906, infatti, ebbero luogo cruenti scontri fra minatori e forze dell'ordine che lasciarono sul campo numerosi feriti e tre morti.

Territorio
Posto a 42 metri sul livello del mare, Gonnesa si estende con la sua forma rettangolare dalle pendici delle zone montuose dell'Iglesiente fino alla parte finale della valle del "Cixerri".

Il suo territorio comprende anche la frazione di "Nuraxi Figus" e il villaggio minerario Normann, immerso nel verde dei boschi, presso il quale si apre la grotta di Santa Barbara, una delle più grandi d'Europa. In questa zona si trovano anche gli impianti minerari di San Giovanni, chiusi di recente.

L'andamento del terreno, fortemente irregolare grazie alle colline calcaree, alle creste e agli altipiani di trachite, prosegue dolcemente verso la costa.

A colpire sono soprattutto le spiagge, con le distese di sabbia bianchissima contornate dalla tipica vegetazione mediterranea che ospita numerosa selvaggina, in particolare lepri, pernici e conigli selvatici.

Economia
L'economia di Gonnesa è sorretta dal comparto agricolo, in particolare dalla produzione di agrumi, ortaggi, vini e olio, e da quello dell'allevamento.

Storicamente legato all'attività estrattiva del carbone, vede ora l'implementazione delle industrie di lavorazione del legno, dei laterizi e del settore turistico.